Chiesa cimiteriale di San Bartolomeo 


Storia

Eretta ante annum 1183 - Curazia del Duomo. 

Con il termine curazia si indica un territorio, con chiesa propria, situato all'interno dei confini di una parrocchia sottratto parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidato a un curato. Il curato era quindi un sacerdote che, pur operando in una parrocchia, aveva una chiesa propria, talvolta con fonte battesimale e cimitero, e con un determinato territorio in cui esercitare la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali. 

Fin dal 1100 il territorio di Villazzano era curato, dal punto di vista religioso, da sacerdoti incaricati dalla parrocchia del Duomo. La Chiesa disponibile per la cura d'anime era quella di S. Bartolomeo, una delle più antiche della zona di Trento.

Il 26 giugno dell’anno 1974, con decreto dell’Arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, la zona delimitata dal rio Salè e dall’ansa della ferrovia della Valsugana, compresa la Chiesa di San Bartolomeo con relative adiacenze, venne staccata dalla Parrocchia di Villazzano e unita alla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Trento.

Edificio

Orientata ad est, la chiesa di San Bartolomeo si erge su di un colle in posizione panoramica sulla città di Trento. La chiesa risale al periodo romanico (1100-1200), come testimoniato dal campanile e dalle mura perimetrali della navata. L'abside e l'arco santo sono frutto di una trasformazione seicentesca, periodo in cui la chiesa fu rimaneggiata più volte.

Nel 1963 la chiesetta venne registrata dalla Soprintendenza alle Belle Arti della Provincia come edificio di notevole pregio storico-artistico. Nel 1991 un restauro ha interessato le strutture e gli esterni, compreso il tetto, su cui sono state riposizionate le tegole antiche. All'interno sono stati ripristinati gli intonaci originali e riportati alla luce alcuni importanti frammenti di affreschi.

Madonna con Bambino

Madonna con Bambino

Nel 1995, in una nicchia di un altare laterale della medioevale chiesetta cimiteriale, veniva rinvenuta una piccola scultura raffigurante la Madonna con Bambino. L'opera, scolpita e intagliata in legno di cirmolo, presentava una colorazione uniforme grigio­-biancastra dovuta a depositi di sporco e a una spessa ridipintura, che a sua volta occultava ulteriori strati di colore stesi nel corso dei secoli. Oggi, grazie al restauro condotto dalla Soprintendenza per i Beni storico­-artistici della Provincia di Autonoma di Trento, è possibile ammirarla nel suo originario aspetto, esposta all'interno della Chiesa del Sacro Cuore. La preziosa scultura è da attribuirsi a un ignoto artista di formazione alpina, attivo sul principio del Trecento e aggiornato ai modi della nuova cultura gotica d'Oltralpe. Come una giovane dama aristocratica la Madonna, a figura intera ed eretta, indossa una lunga vesta di colore rosso ed un ampio mantello blu. Con il braccio sinistro regge con naturalezza un Bambino Gesù benedicente, vestito di una semplice tunica verde, che con la mano sinistra sostiene un libro, il Vangelo.

 


Curiosità

La chiesa dà il nome anche al rione di San Bartolomeo, ma nel quartiere si trovano alcune insegne con diciture diverse: alcune con la "o", cioè San Bartolomeo, seguendo correttamente il nome del santo, mentre altre con la "a", ovvero San Bartolameo. Questo è il caso, ad esempio, dello Studentato Universitario, ma anche della stazione ferroviaria e della omonima Via San Bartolameo. La Civica Casa di Riposo, non lontana dallo Studentato, ha invece optato per il nome del santo: RSA S. Bartolomeo. Sul sito del Comune di Trento, il cimitero antistante la medioevale chiesetta è chiamato Cimitero "S. Bartolameo"... Per i trentini autoctoni il quartiere è sempre stato San Bòrtol, per gli studenti oggi è Sanbà.